La poesia è il salvagente cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono,
dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l'aria riesce a passare.

Kahlil Gibran

mercoledì 4 aprile 2012

GIOVEDI SANTO

Abbiamo camminato tanto.
Lungo il cammino
abbiam trovato tre Croci.
Sulla prima c’era scritto
“…Lo riconobbero allo spezzare
del pane”.

…Lo riconobbero …
Lo riconobbero …

Sulla seconda Croce
non c’era scritto nulla,
ma seduto ai piedi di essa
c’era un ragazzo
che cantava un canto dolce
e triste insieme.
E ad ascoltarlo,
il cuore si inteneriva,
e …Ancora e ancora un po’.

Sulla terza Croce c’era scritto:
“ Tu sei la stella del mattino,
Tu sei la nostra nostalgia.
Tu sei il cielo chiaro
che si riempie di luce
allontanando le nostre paure”.

Le nostre paure…

E lacrime cocenti
mi hanno punto gli occhi.
Un pianto
che parlava di paura…
Quella di vivere.

Perché …Vita,
non la puoi scrivere in un altro modo.

“ Allontanando le nostre paure…”

Così , mi son fermata .
E Vedi, io sono qui,
ai piedi della Croce…
Un segno,
un soffio…
Fammelo capire che non sei andato via…
Tu, non sei mai andato via.
Ho così tanta paura…

Io resto qui,
ai piedi della Croce,
a raccogliere nel palmo delle mani
queste lacrime cocenti
e queste mie poche parole
un po’ confuse,
aspettando che sorga
la prima stella del mattino.

***
Marinetta – aprile 2007

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