La poesia è il salvagente cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono,
dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l'aria riesce a passare.

Kahlil Gibran

Il CASSETTO ...dei pensieri


Cuore di poeta

Un cuore di poeta…
Che vuoi che sia,
somiglia al tuo.
E’ un cuore che fa del cielo,
il tetto dei suoi sogni,
che fa del mare
musica e colore
e se li cuce addosso.

Che vuoi che sia,
un cuore di poeta…
Somiglia al tuo…
Solo,
che sa piangere
se vede quel tramonto,
sognato mille volte,
e piange,
perdendosi nel vuoto.
Piange e poi sorride,
se l’abbracci forte , forte,
perché è un cuore di poeta…

E somiglia al tuo.
E’ un cuore senza pace,
che corre,
si tuffa negli occhi della gente
e arriva giù,
dove c’è il silenzio.

Sa ascoltare,
il cuore di un poeta
e sa volare…
Apre le sue ali e vola,
vola e grida al mondo…
“Quanto sei meraviglioso…”

Che vuoi che sia,
un cuore di poeta…
Somiglia al tuo.
E di un secondo,
squallido e banale,
ne fa l’eternità,
l’immenso.

Apre le sue ali
e vola,
vola…
A volte irraggiungibile.
Ma poi ritorna sempre,
a tracciare segni vivi
sul foglio immacolato.
E’ un cuore di poeta
Che vuoi che sia…
Qualche volta lo confondono
con un foglio sporco,
un po’ invecchiato…
Così,
lo buttan via.
Ma tu non farci caso,
succede…
A chi ha
il cuore di un poeta.

*****


Marinetta - 2002


Vorrei ...

Vorrei innamorarmi ancora,
come succede in estate,
con il sole d'agosto
che ti stordisce
e ti ubriaca il cuore.
Così,
senti solo il calore
che incendia la pelle,
i sensi,
e tutto il profondo di te.
Vorrei innamorarmi
e perdere il senno,
provare l’ebbrezza del volo,
rimanendo seduta
a guardare tramonti
dietro ad una finestra.
Innamorarmi,
come si ama
nei pomeriggi del tempo,
che sono più lunghi
e più caldi
di quelli volati
e dissolti nell'aria
di tenera adolescenza,
ora,
un po' più adulta e rovente.
Ma io voglio l'oceano,
di passioni,
di parole e dolcezza,
voglio il tempo che è mio,
che sia solo un istante,
ma che sia quell'amore,
sognato,
rincorso,
cercato...
e perso ancora.

*****

OTTOBRE 2002 







I miei occhi 

Ho dipinto il mio viso
e le mie labbra.

Ho messo quella veste bianca
spruzzata di cielo.
Come vela piegata dal vento,
mi ricade sul corpo.

Ho raccolto i capelli.
Con un fiore,
li ho stretti sul capo.
Ricordano
un campo straniero,
fiorito d'estate.

Ho cercato la donna più bella,
per portarla da te.

Ma non trovo bellezza,
nello specchio di stagno,
non trovo colori,
non trovo monili
nè fiori.

Di solo una cosa
io vedo la luce.
I miei occhi,
luminosi e grandi
come un mare d'autunno.
Spruzzati di verde.

I miei occhi
ricolmi d'amore,
l'amore per te.
***Marinetta
Aprile 2002









Silenzio

Sarò il silenzio
più cupo,
sarò , presenza del niente.

Sarò intere giornate
perse per sempre,
chiuse nel vento d'autunno.

Sarò silenzio
e presenza...

Sarò
le parole che ho perso.

Sarò un muto scandire
di ore
senza forme e colori...

Sarò ,il silenzio più cupo
e sarò ,
un pensiero per te,
al mattino,
alla sera , quando vorrai.

Un silenzioso pensiero...
Che qualche volta
sorride.

***
Marinetta ----- 2003


*********************




Gocce…



E’ passato il giorno del tuo compleanno.
Son passate le stagioni più fredde,
piene di colori,
e poi di neve.
E’ passato l’inverno triste e magico
con il suo candore e i tappi di spumante andati persi.
E’ passato…


L’inverno sembra una canzone fuori moda
ormai.

E’ passato un po’ di tempo,
non so se c’ero,
non tutti i giorni c’ero dentro alle emozioni.
Ma se l’emozione
è anche un pianto che non vedi,
allora, sì , io c’ero.

C’ero e ci sono
 perché il tempo non risparmia mai a nessuno,
né un inverno,
né un nuovo compleanno.
Né una lacrima,
né una stella,
né una mano da stringere.
Né un abbraccio tenero,
e neppure una voce lontana.

Quanto tempo!
Quanto di mio
 ho messo dall’alba al tramonto
d’ogni giorno.

Quanta vita , amore mio.

Camici bianchi
e corpi tra le mani.
Poche parole,
è passata una vita,
non ne conosco il nome.
Poche parole o forse troppe…

Ti ho raccontato gocce di tempo;
quello che va
e non si ferma mai.

E’ passato il giorno del tuo compleanno.

Gocce di tempo amore mio.

Fanne tesoro,
anche quando sono un po’ amare e sanno di sale.

***
Marinetta --- 2004

Non so…

Non so dove ho lasciato
l’ultimo sorriso.
Devo trovarlo,
ancora,
per poterlo donare,
deve arrivare a te.
Mi coglie adesso,
nel silenzio,
questo pensiero assurdo,
eppure , fa male pensare che ti penso
e non riesco a dirlo,
così come vorrei.

Non so dove ho lasciato,
il piacere di guardare il cielo,
di scrutarlo ad ogni ora,
per impossessarmi dei colori,
d’un alito di vento.
Dove sono andate
le magie di attimi,
l’abbracciare con gli occhi
i volti della gente
e camminare,
respirare,
gustarmi ogni marciapiede
che riconosce la mia ombra ad ogni ora.

Non so , dove ho lasciato
quella bambina che giocava con i grilli
e s’inventava mille storie.
Non so dove ho lasciato la poesia,
e gli attimi infiniti…
Non so,
dove l’ho lasciata,
la voglia mia di credere.

***
Marinetta 2004



Ali di stracci

Un’ala mi copre,
un’ala di vento…
Forse quella di un angelo,
o solo gli stracci
del tempo perduto.

Mi copre,
mi riscalda
e io torno bambina.
E sento parole,
antiche spezzate,
nenie di quel dialetto tuo,
che correva con me
tra vicoli stretti
di un paesello che ora,
dorme lì,
a un passo dalla mia mano.
E torno bambina,
e canto il dialetto
a me caro,
e corro felice, avanti a te
che chiamavi galline
e pulcini
a raccolta,
nei pomeriggi d’estate,
mentre piano
un sole caldissimo,
scendeva a baciare
un po’ il mare.
Un’ala di vento,
gli stracci del tempo.
Riscaldano sai,
e non sai quanto,
ora, che più mi mancate, ora
che quella bambina
così amata,
non ce la fa a crescer per bene.
Ali,
del tempo,
di un angelo nero.
Sempre così,
tutto di nero.
Solo il sorriso,
era caldo e vivo
e dolcissimo
come mai , forse mai più,
ho ritrovato.
Parole in dialetto,
giochi felici,
e gatti e galline…
Ali di stracci.
Neri, leggeri,
pieni d’amore.

Mi chiudo su me,
come feto nel ventre,
a cercar di sentire
ancora,
quel fruscio
d’ali di stracci.

*****

Marinetta –settembre 2005


Il tuo cuore


Lasciami il tuo cuore
Ora,stretto e cupo
come fessura di spelonca,
umida,
dove mare e muffa
uniscono gli odori.
Ma tu,
lascialo lo stesso
il cuore tuo,
qui, accanto al mio.

S’addormenterà
fino al nuovo giorno…
E quando sarai via,
il cuore tuo
avrà compagnia.
*****
Marinetta - 2002


Va...

Va e viene,
entra ed esce
dal mio cuore,
come un passante distratto;
a volte mi sorride…

Poi,
torna ad andare…
Neanche lo sa
che può far male.

Va e viene,
torna a carezzarmi
coi suoi occhi
E quando si ferma
dentro al cuore
non ci sono catenacci,
che possono proteggermi.

***

Marinetta – 2002



Poesie del 2003 e 2004

                                                        Anche...
                                                   
                                                 
                                                  Anche la musica
sembra un peccato,
in quest’afa di luglio.
Un calore soffocante
che ti tappa la bocca,
ricacciandoti dentro
anche lo sfogo del pianto.
Non senti né musica,
né voci,
nemmeno la tua.
Continui a pensare…
A pensare!

E questo caldo,
ti tappa la bocca,
come il mostro
di una pellicola horror.
E’ un’estate cattiva.
L’estate!?
Ma forse sei tu
Che sei più cattiva.

Giocattoli ovunque.
Ci sei ancora tu.

Mettiamoci un punto
per ora.

Chissà…
Quella musica mi è sempre piaciuta!

***
Marinetta






E' da millenni 


Ho pianto tutto il giorno.

Come un bambino
che si è smarrito nel bosco…
Hansel e Gretel,
devono aver pianto così.

Ho pianto tutto il giorno,
e poi mi son nascosta
dentro al sonno.
Ho chiuso gli occhi,
li ho stretti forte,
perché immagini contorte
non venissero a bussare.

Ho cercato la carezza,
forse immaginata,
o forse vera,
di chi è diventato
quel ricordo antico.

Ho trovato un po’ di pace…
Ho sentito la tua voce.

I sogni
si sono solo addormentati,
insieme a me…
Forse ho poco tempo,
o forse tanto.

Domani…
Ho pianto tutto il giorno,
ma poi,c’è anche domani…
Il mistero del futuro.

Io la uccido la speranza,
ma lei non muore…
E’ nel mondo da millenni.

***
Marinetta








Lo chiamano amore

Lo chiamano amore,
ma forse è solo sesso.

Lo chiamano sogno,
e forse è solo desiderio.

Le chiamano emozioni,
ma forse
son luci artificiali,
che riflettono stanchi bagliori
dentro al cuore.

Lo chiamano amore,
ma sento che lo sporcano,
quasi lo offendono.
Però lo … Chiamano,
lo cercano per non morire,
quasi fosse l’elisir di lunga vita.
Lo chiamano amore
e si mescola e si impiastra
di sguardi e mani che toccano
e schiaffeggiano
l’anima stupita.
All’ennesima caduta,
ti chiedi,
come devi chiamarlo,
quel sogno disperato , confuso …
Quel sogno , a volte ,
avvolto nella nebbia…
Come devi chiamarlo!

Così lo chiami amore ,
non sapendo più
che altro nome dargli.
Sporcato , bagnato ,
violentato
o saturo di caldo piacere,
lo chiami amore …
Non lo sai più ,
che altro nome  dargli.

***
Marinetta







Alla mia amica Stefania

Risento la tua voce…

E sorrisi colorati,
li tengo qui,
sulla parete.
Ho tappezzato di parole,
di pensieri,
quest’angolo di vita.
Istanti di emozioni
E silenzi lunghi.
Qui, sulla parete
I fiumi di pensieri
E la vita che continua.

Interminabili caffè…
Qualcuno
un po’ troppo amaro.
I nostri caffè
Come adesso,
qui da sola,
il suo profumo…

E quel sorriso
che mi guarda
dalla parete bianca.

Arriva al cuore.

*****

Marinetta


 

 

 





Amico mio


Io non c’ero quel giorno,
ma era pesante lo so.
Eri solo,
e l’hai dovuta trascinare,
da solo.
La mia,
sì, la croce mia
forse è cartapesta,
eppure…
E’ un macigno
Amico mio,
un macigno.
E lo vedi,
io ti sto chiedendo aiuto,
io, che porto questa croce
che è di cartapesta.
Eri solo.
Ora son sola anch’io,
Amico mio.
Ho perso le parole,
ho con me un cuore grande
e poi silenzio e mare.
Un cuore grande…
Il tuo era l’immenso,
il cielo e terra insieme,
ma era sangue e dolore.
Ci hai fatti grandi e piccoli,
lucenti come stelle,
se luce dentro non spegniamo.
Ci hai fatti per l’amore.
Amico mio,
forse ti raggiungo
sulla strada che saliva,
ho paura…
Tu non mi lasciare.

*****
Marinetta











I miei sogni

I miei sogni
erano le mie certezze
e le mie speranze.

Erano un acquerello delicato
e  foto di paesaggi…
Erano vivaci ,
ed erano i sorrisi dei tuoi anni.

I sogni…
M’hanno fatto tanto male,
m’hanno colpito al cuore…

Ma la morte
non arriva mai quando la cerchi …

Ho le tasche vuote,
non ho più nulla
e nulla voglio.

Solo una cosa ,
cucciolo mio ,
vederti andare in alto
con nel cuore
l’amore per la vita.
Ho le tasche vuote…
E’ rimasto
un foglio spiegazzato ,
con su scritto
il nome tuo.

***
Marinetta







Quelle come me …

Quelle come me,
restano da sole.
Senza volerlo,
gli altri…
Quelli a cui
avresti messo
il cuore tra le mani,
senza volerlo,
se ne vanno.
E tu resti da sola.

Quell’uomo,
a cui avresti dato
il mondo intero ,
se solo avessi potuto…
Senza volerlo,
magari senza un perché,
se ne va per la sua strada.
E tu ,
resti da sola.
Quelle come me,
che parlano senza parlare,
che ti guardano
e ti lasciano la foto
dentro al cuore,
io ,
non lo so dire il perché,
ma restano da sole.
Son donne ,
fuori moda ,
sanno fare tante cose ,
o forse nulla ,
e sanno volersi bene poco …
Ma a te,
se l’incontri ,
te ne vorranno fino in fondo,
come solo loro sanno fare,
anche se tu,
senza volerlo
le lascerai da sole.

*****
Marinetta

   




Terra di rugiada

Parlami ancora.
Raccontami i pensieri
che volano sui tasti.
Vorresti imprigionarli
dentro le parole,
spesso non ci stanno.
Volano troppo in alto.
Ma tu …
Parlami ancora.
Dell’erba del mattino,
del silenzio,
del presente
che rimane un chiaro-scuro.
Parlami ancora,
dei tuoi occhi che sognano.
Del bene che mi vuoi.
Parlami.

E poi ,
sporcati le mani
di terra bagnata.
Cammina,
o fermati con me.
Sporcati le mani…
Di terra , di te.

Un sorriso ,
due occhi …
un nome …
“ terra di rugiada”

***
                                                                     Marinetta

 

 

 

Bella davvero


Ma…

Se fosse
che la vita è bella lo stesso,
anche senza il sorriso
di tutta la gente che incontri…
Ma…
Se fosse che la vita
ha ancora un senso,
anche senza la musica
che il mondo non vuol più sentire
e che da qualche parte
nel cuore,
nel corpo ancor forte,
torna a suonare…
Se fosse
che la vita ti pervade comunque,
oggi si chiama anche rabbia,
e ti ha spento il sorriso…
Ma…
Se fosse, che c’è…
C’è ancora,
prepotente
e ti chiama.
E’ presuntuosa ed altera…
Ma se fosse comunque,
importante,
crudele talvolta,
ma capace di accenderti ancora.
Un fuoco,
calore , tepore
e poi torna ad esser dolore.
Ma se fosse…
Comunque…
Meravigliosa.
Se fosse
quell’unica cosa importante
che mi resta da amare…
Seduce,
ti affascina ancora,
è come una strega,
nobile e bella.
E se fosse…
E’ arrabbiata per il mio pianto,
lei,
così bella…
Bella davvero!


***
Marinetta


Una notte d’estate



E poi ,
un gelato,
un bicchiere di vino ghiacciato.

Risate e canzoni
E la notte,
più lunga.
Non deve finire.
Mani , sorrisi
e dirsi … Te lo ricordi !?

Castelli …
Castelli come
di tanti granelli…
Fatti di noi,
in una notte un po’ pazza.
Insieme …

Un gelato,
un bicchiere di vino ghiacciato.
E poi,
l’alba,
ha i colori del nuovo,
del tempo che va.

Forza,
un’altra canzone ,
la notte non deve finire.

Risate e canzoni,
la notte è nostra così ,
ancora di più …

 Castelli di sabbia
e di sogni,
di quelli portati nel cuore
per tutta una vita,
di quelli che son miele
in giorni più amari…
Raccontiamoli ancora!

…Insieme

E poi…
L’alba,
che ha i colori del nuovo
del tempo che va.


                                                                         *****


Marinetta 
- 2003 -


Sfumature

Non ha suono
quello che è scritto
nel profondo di uno sguardo.
E’ … un colore delicato, sfumato.
Sfumature trasparenti.

Le appoggio sulle ali di rondini
che volano allegre,
in una sera di maggio.

Sfumature.

E se ne vanno.
Girotondi nell’immenso.

Andranno a trovare l’estate.
***
Marinetta  2004

Pomeriggio d’autunno

Tra foglie ingiallite
e gocce di pioggia,
tra colori sfumati
dall’ocra al verde un po’ cupo,
tra fruscii silenziosi
e respiri vicini,
tra labbra che chiedono
e pensieri annullati…
Tra noi , né veli,
né parole stupide e inutili…
Tra foglie e gocce di pioggia
in un bosco mai visitato,
tra foglie e respiri,
le mani hanno alzato sipari
che coprivano pesanti
quell’unica,
incontenibile,
voglia di amarsi.
Genuina,
pulita,
colorata,
silenziosa
Bagnata…
Come foglie di un bosco
che si è colorato di autunno.
E mai , il cielo
fu  più sereno,
in un umido pomeriggio d’autunno,
come quello che ci ha visto
vicini , nell’anima,
che non osa pensare,
a quanto immenso e incredibile…
Potertelo dire…
Che sei tutto questo,
in un meraviglioso
pomeriggio, bagnato ,
d’autunno.

***



Marinetta

2004



Alla persona speciale che è nella mia vita …
Spero tu possa tornare a leggerla anche qui




Aggrappati al mio cuore

Aggrappati al mio cuore.

Non so se ce la farà,
fino a quando,
ma sembra essere
il solo ramo forte
che ancora può resistere.

Aggrappati al mio cuore,
malandato,
un po’ sgualcito
e non so come,
sa parlare ancora.

Dicono,
che il cuore delle donne…
Lascia stare,
forse non è vero.
Il meccanismo è sempre lo stesso,
inutile parlarne.

L’anarchico di sempre,
io non ti contesto,
o forse sì…
Qualche volta mi fai rabbia!

Mi fai rabbia,
e riesci a farmi piangere.
Ma son per me
quei goccioloni da bambina
che scivolano giù,
si appoggiano su labbra mute.
Sono per me.

Io non parlo.
Sì, sono qui…
Aggrappati al mio cuore.
E’ per un istante,
eppure,
in quell’istante piccolissimo
son la sola al mondo,
l’unica a stare insieme a te.
Aggrappati al mio cuore.
Lui,
è pazzo più di te.

*****
Marinetta



All’imbrunire…

All’imbrunire,
il vento d’aprile
dolcemente
alzava la tenda bianca,
appena lavata
e la lavanda
sembrava essere lì,
come in un prato.
La tenda bianca,
come il velo
leggero di una sposa…
Insieme al vento.

L’ultimo sguardo,
tutt’intorno,
prima di chiudere la porta.
Sembrava ancora ,
la stanza dell’amore.
Sembrava…

L’ultimo sguardo
al crocifisso in ferro
appeso alla parete,
prima di chiudere la porta.
Sembrava ancora,
quello che era stato ,allora,
il rifugio
ed il riposo.
Il vento leggero,
accarezzava il copriletto,
e lui,
rimaneva  là,
mentre piano, tu
chiudevi la porta.

***
Aprile 2004


MARINETTA



Aprile abbraccia…

Aprile abbraccia il vento,
quello dolce della primavera,
ma oggi sembra quasi freddo
mentre apre la mia giacca
e spinge in alto il mio foulard.
Sembra sia sceso giù da Campitello,
questo vento stamattina.

E chiudo la mia giacca,
mentre il foulard
è sempre più ribelle.

Aprile abbraccia il verde delicato,
e il fiorire prepotente,
tutt’intorno.
Aprile abbraccia il cuore,
mentre la campana s’è azzittita.
Il grano è verde
davanti al velo bianco
che avvolge il simbolo
di un dolore grande,
quanto grande è il mondo.

E la campana s’è azzittita,
mentre la Croce s’è alzata sopra il vento.
E aprile abbraccia il vento,
e il vento quella Croce
che s’alza ancora,
e ancora…
E forse, Lui,
nell’ultimo respiro,
mi sorride.

*****
MARINETTA


Devo raccogliere…

Devo raccogliere un po’ di forze.
Devo trovarle,
per stringerti forte tra le braccia,
perché tu ne hai diritto,
perché te lo devo
e non posso fermarmi a ricordare.
Il ricordo è sempre ingiusto,
il ricordo ti lascia spesso solo un sapore amaro.
E’ cattivo.

L’ho coperto di risate,di lunghi film alla TV,

film che parlano d’amore,
l’ho coperto seppellito,
stordito di musica dolcissima.
Lui è cattivo.
E mi sfianca,
ed eclissa il sole della vita.
Ma io ,
devo trovare ancora forze,
per stringerti forte sul mio cuore.
Forse era solo un film,
un film banale e muto.
E’ meglio questa pioggia
te lo giuro.
Devo trovare,
devo trovare ancora
la forza dell’amore,
la forza,
di stringerti sul cuore.

*****
MARINETTA

Donne sole

Donne sole,
che camminano tra le stagioni,
le vetrine e i parrucchieri.

Donne sole,
chine sopra un libro
in cui credono un po’ di più
di quanto a volte tu sapresti fare;
donne sole,
che insieme ad una frase
ci mettono anche il cuore,
che stranamente,
a volte non si vede
tanto è coperto bene,
da un seno bianco e profumato.

Donne sole,
con le mani sempre piene
di sacchetti della spesa
e manine piccoline,
che non si staccano nemmeno,
quando ormai c’è il sonno pieno
di notti fredde
e pioggia sopra i vetri.

Donne sole,
con in mente la carriera , e poi ,
là , lontano lontano ,
c’è il pensiero di quel figlio
che forse non ce la farà,
a piangere
il grido della vita.

Donne sole ,
con in mano un telefono
che spesso è muto;
donne sole…
A ridere tra loro,
a raccontarsi di tragedie inesistenti
e di bucati poi da fare;
ridono tra loro,
mentre controllano un rossetto
un po’ vivace;
donne sole,
pettinate e spettinate.

Donne sole,
che camminano coi nipoti nei giardini,
sole , sole …
Ricordando un’altalena appesa a un ramo.

Donne sole,
sempre innamorate…
Chine sopra un libro,
con la voglia di capire,
di non fermarsi mai.
Donne sole,
con la penna che si ferma,
ancora , sopra un foglio
e dentro ad un pensiero.

***

Marinetta  - 2004
  
Piego…

Piego i pensieri e i sogni
insieme ai vestiti,
come ogni sera.
C’è un profumo di mirra
e vaniglia,
l’ho messo là
a dormire col maglione
forse fuori moda.
E’ una sera piccola
e insignificante
e il mondo è così grande,
meraviglioso,
con tutti i colori
che ho davanti
qua, tra le mie dita,
matite colorate…
E nasce un fiore.
Il vento è forte e freddo
questa sera
e sento ancora
la vaniglia che m’avvolge.

Il fumo mi confonde
e fa buona compagnia.
Un veleno tra i milioni
di castighi,
che l’uomo sceglie e confeziona.
…Fa buona compagnia.

E’ una sera piccola,
senza grandi aspettative.
C’è una sola,
è lì che dorme nel lettino
mentre stringe l’avvenire
e il cuore mio,
che non sa parlare.

Dalle matite colorate,
è nato un fiore.
Domattina avrà un’altra luce.

E’ una sera…
Una qualunque.
L’ultimo profumo,
l’ultimo pensiero.
Vaniglia e mirra,
per andare più lontano.
Affido ai sogni
nuova vita.
Affido al sogno, la mia vita.

Dormi piccolina…
I sogni si mescolano
e vivono nel buio.

*****

Marinetta  2004


L’estate…


L’estate è tra le dita,
come la sabbia scura,
che piano lascio ricadere.
Come in un gioco che rilassa,
la tocchi,
la stringi dentro al pugno,
e poi la lasci ricadere.
E intanto,
mentre ricade,
piano,
la bella sabbia scura,
sorrido e sogno tra le dita,
la vita mia da stringere,
da amare ancora.
Ogni granello
una speranza,
e forse di più.
L’estate è tra le dita…
Sorrido e tuffo gli occhi
nel tramonto.
Fa compagnia anche stasera
il pensare a te…
L’estate,
nel gioco di colori,e il mare
che non tace…
E’ sabbia ancora
tra le dita,
in un gioco che rilassa.
Un sorriso
che nessuno vede,
quando ritorno, te lo racconto,
te lo regalo.
Ed ecco ora,
sembra che per un secondo solo, sì ,
un istante,
sono felice.

***
2004 – M



A mia madre

Ti penso
e mi guardo in quello specchio.
Anche se non voglio,
come potrei
non vedere l’altra parte,
l’altra metà di me.

Ma tu eri bellissima.

In  me non ti vedevi,
né io in te.
Però, sei tu.

I nostri litigi.
Fanno male adesso.
Quella rosa di velluto
ha le spine…
Ma tu sorridi sempre.

Sono stata il primo dolore,
t’avevo tolto tanto.
Com’era!?
Com’è stato!?
Tu mi hai dato tanto.
Dato quel che sono.

Non m’hai accarezzato mai,
e ora,
aspetti ogni volta
il bacio mio.
Ed io,
io più di te.

E quella rosa, parla di me.

Tra noi,
c’è sempre quel silenzio.
Ora l’ho accettato.
E’ bellissima la rosa.
So che sei contenta,
ma non lo dirai mai.

Ora l’ho accettato.
Ciao, bellissima signora,
ti lascio davanti alla TV.

Non piangere per me,
è già tanto il dolore che t’ho dato.

Sì , un bacio.
So che sei contenta.
Ciao,
bellissima signora.

*******

26 Febbraio 2004









Ed è…

Ed è sul far della sera,
con il sole rosso
appeso lì,
dietro quel castello
sopra il colle verde,
che mi entra dentro all’anima,
il pensiero più struggente…
Quell’essere lontani,
divisi da due vite
ormai già costruite.
Il pensiero di te,
che siedi e che sorridi,
tra mura che hai impregnato
d’affetto e sogni tuoi.

Ed è sul far della sera,
che più forte,
arrivano i pensieri,
mentre il campanile
rintocca l’ora della cena;
sul far della sera
che sorrido stancamente,
mentre giro le spalle al sole…
E lui è sempre là,
dietro quel castello,
m’accompagna verso casa,
poi,
sarà già buio.

***
Luglio 2004  -    Marinetta




Gocce…



E’ passato il giorno del tuo compleanno.
Son passate le stagioni più fredde,
piene di colori,
e poi di neve.
E’ passato l’inverno triste e magico
con il suo candore e i tappi di spumante andati persi.
E’ passato…


L’inverno sembra una canzone fuori moda
ormai.

E’ passato un po’ di tempo,
non so se c’ero,
non tutti i giorni c’ero dentro alle emozioni.
Ma se l’emozione
è anche un pianto che non vedi,
allora, sì , io c’ero.

C’ero e ci sono
 perché il tempo non risparmia mai a nessuno,
né un inverno,
né un nuovo compleanno.
Né una lacrima,
né una stella,
né una mano da stringere.
Né un abbraccio tenero,
e neppure una voce lontana.

Quanto tempo!
Quanto di mio
 ho messo dall’alba al tramonto
d’ogni giorno.

Quanta vita , amore mio.

Camici bianchi
e corpi tra le mani.
Poche parole,
è passata una vita,
non ne conosco il nome.
Poche parole o forse troppe…

Ti ho raccontato gocce di tempo;
quello che va
e non si ferma mai.

E’ passato il giorno del tuo compleanno.

Gocce di tempo amore mio.

Fanne tesoro,
anche quando sono un po’ amare e sanno di sale.

***
M -2004



Il silenzio di mio padre

Il  silenzio di mio padre.
Come allora,
quando non riuscivo
nemmeno a piangere,
non volevo.
Lo sfidavo con gli occhi,
e mi nascondevo
dietro la prima sigaretta.
Quel silenzio,
il suo silenzio fra noi,
fa male più di allora.

Soffri più di allora,
perché ora,
sono una donna
e non più la tua bambina.

Il silenzio di mio padre…

Chissà se di nascosto, piangi come me,
adesso.

Domani,
ti appoggerò un bacio sulla guancia.
Domani.

E mi prendo il tuo silenzio,
forse, chi lo sa ,
anche quello mi ha aiutato a crescere.

Sei tu.

Fa un po’ male.
Lo lascio lì,
nel mio profondo.

Domani,
sulla guancia,
ti appoggerò un bacio.


***

Marinetta -2004




Insegnarti…

Insegnarti l’amore,
a te,
che sei già amore.

Insegnarti a leggere
nel cuore,
mio piccolo tesoro,
io,
maestra del niente,
dei dubbi,
delle incertezze,
io,
che ho rincorso…
E corso per tutta la vita.

Insegnartelo…
Ma come potrei!

Tu sei già amore.
Quello perfetto,
quello innocente
e che può far del male
senza saperlo.

Insegnarti…
A leggere nel cuore,
sempre.
Io,
io che non so leggere,
io,
che da sempre e per sempre
t’ho chiamata e sentita…
L’amore mio.

***
Marinetta


L’albero di Natale

Quell’albero di Natale,
quelle luci bellissime,
quest’anno non so come
si accendono all’unisono.

Son stata brava!

Quegli angeli di vetro,
e l’altro ancor più bello,
che forse ci assomiglia
tanto a Gabriele,
con il viso dipinto
e dolce, tenero come un bambino;
loro, dai rami ti rallegrano
gli occhi amore mio.

Ma non basterà.

Non basterà per questo Natale
e io lo so.
Lo so solo io,
che sono la Maria
che allatta e si ciba nel silenzio
di ogni tuo sospiro, io ,
che son quella con i peccati ,
e che non porta il manto azzurro , io ,
che t’avrei fatto nascere dovunque,
tanto ti volevo.
Più lo guardo ,
e credo , che davvero rassomiglia assai,
a quel Gabriele…
E’ dolcissimo.

Ti sei già addormentata;
m’aspettavo il tuo applauso
per l’opera compiuta.

Fa nulla ,amore…
Le lascio accese queste luci,
sembra diano calore.
Le lascio accese.

Ma…
Lo so, non basterà,
per questo Natale.
Però , un sorriso ,
me lo regalerai domattina,
lo so,
perché è bellissimo davvero
il tuo albero piccina.
Ed  io,
ringrazierò il mio angelo,
per il tuo
bellissimo sorriso.

***


Marinetta – 2004      

 A   Manuela                                   



L’amore ...

L’amore vuole le sue strade,
anche quando è fatto di vento.

L’amore,
vuole sentire i sorrisi e le mani,
e vuole un mare grande,
da guardare in due.

L’amore vuole il tempo,
vuole le stagioni,
anche quelle più fredde
per bagnarsi
e scaldarsi con un fuoco vivo.
Vuole tempo
e voli di gabbiani;
vuole le sue strade…

L’amore non si può nascondere,
non troverebbe mai
un posto per celarsi e rimanere lì,
non visto e silenzioso;
l’amore non si può nascondere
L’amore vuole il tempo,
e strade sconosciute,
per camminare e crescere.
L’amore , come un bambino,
vuole tempo e pazienza

L’amore,
che a volte sembra solo una parola,
vuole tempo infinito,
e vuole la tua vita.

***
Marinetta 2004


La maschera

La maschera…
La mia
è quella di un clown.
Quante volte la metto.
Ha un sorriso sincero,
e colori di festa,
c’è ogni mattina,
e si incolla da sola,
sul viso mai bello,
al suono di un bip.
La mia,
è bellissima,
bianca,
mai fuori moda
…Come quella di un clown.
L’arena,
la pista e il telone
son senza perimetro,
io,
protagonista o nessuno
io,
con gli occhi troppo profondi,
e mi piace, anche dietro gli occhiali,
mi piace
che tu non veda il colore.
Il clown,
ha un camice bianco
e mani attente a giocare,
e vince , tra grigi e contrasti.
Un clown,
per farti felice,
e mi piace così,
per scelta e per forza.
Ho bisogno
che colori e giuste parole,
nascano ancora
nei silenziosi mattini.
Ho bisogno
di tenermi per me,
quel cuore un po’ matto
che rimane dentro e sotto
il camice bianco.
Al suono di un bip,
muore un po’ il clown,
e sotto la pioggia rimane nascosta,
insignificante…
Una mano gelata,
che stringe la tua piccolina.
Insignificante…
Solo tu  lo sai ,
era lo stesso sorriso,
quello che nasce
al suono di un bip.

***
Marinetta - 2004



*****

Uno sbatter  d’ali,
mentre il becco
si tuffa in una piccola
pozza d’acqua.

E poi,
il volo,
libero…

Incantata,
lassù, mi perdo…


Forse anch’io
sto cercando le mie ali.

***
Marinetta - 2004

 

POESIE del 2005


Fermare il tempo

 

Poter fermare il tempo, ora…

Con la tua mano appoggiata
sul mio viso.
Dolcissima carezza.
L’incanto di un attimo
di infinita tenerezza,
che vorrei mi accompagnasse sempre,
per il resto dei miei giorni.
Poter fermare il tempo, ora…

Per sempre
rimanere incatenata
a un gesto semplice,
sognato mille volte
e sorriderti
ancora e ancora,
con l’animo leggero
come quello di un bambino.

Fermare il tempo…
Ora,
che la tua mano
è un soffio di vento caldo
sul mio viso,
ora…
E…Stranamente…
L’inverno,
è solo una parola.

***
Marinetta

 

 

 

ALI DI STRACCI


Un’ala mi copre,
un’ala di vento…
Forse quella di un angelo,
o solo gli stracci
del tempo perduto.

Mi copre,
mi riscalda
e io torno bambina.
E sento parole,
antiche spezzate,
nenie di quel dialetto tuo,
che correva con me
tra vicoli stretti
di un paesello che ora,
dorme lì,
a un passo dalla mia mano.
E torno bambina,
e canto il dialetto
a me caro,
e corro felice, avanti a te
che chiamavi galline
e pulcini
a raccolta,
nei pomeriggi d’estate,
mentre piano
un sole caldissimo,
scendeva a baciare
un po’ il mare.
Un’ala di vento,
gli stracci del tempo.
Riscaldano sai,
e non sai quanto,
ora, che più mi mancate, ora
che quella bambina
così amata,
non ce la fa a crescer per bene.
Ali,
del tempo,
di un angelo nero.
Sempre così,
tutto di nero.
Solo il sorriso,
era caldo e vivo
e dolcissimo
come mai , forse mai più,
ho ritrovato.
Parole in dialetto,
giochi felici,
e gatti e galline…
Ali di stracci.
Neri, leggeri,
pieni d’amore.

Mi chiudo su me,
come feto nel ventre,
a cercar di sentire
ancora,
quel fruscio
d’ali di stracci.

*****

Marinetta –settembre 2005





Disegnare le nuvole…


Disegnare le nuvole,
ma non m’appartiene
tanta abilità.
Però nel cuore le ho fermate tutte,
tutte…
Cirri rosa e nuvoloni immensi.
Ali d’angelo
che vanno si nascondono
e tornano più grandi
e scure…
Oh, disegnare le nuvole,
desiderio antico.
Bellissime e lontane.
Chi lo sa,
magari dentro c’è un po’ di Paradiso,
o un triste Purgatorio.
L’andare dei pensieri,
e tu sei già qui.
Stavo dicendo grazie.
Sono sulla terra,
mentre lassù,
lontana
è passata una farfalla bianca.

*****
MARINETTA



Forse…


Forse ho mentito,
dicendoti che l’autunno
è una bella stagione.
Eppure…
Colori caldi,
comunque vivi nel loro appassire,
mi lasciano attonita
e rubano il mio sguardo
chiudendolo tra rami bagnati,
coperti di giallo
e rossicce sfumature.
Eppure…
Doveva essere la nostra bella stagione.
L’umido della terra,
la pioggia e i funghi,
la nostra montagna.
Sembra tutto così triste.
Eppure…
Nei nostri silenzi
un po’ di stanchezza,
voglia di andare.

Non mentivo amore mio.
Credo nei sogni,
l’unica colpa se vuoi…
Eppure…

I pensieri non fanno rumore.
Passeggiano sotto la pioggia.
Ti respiro,
come respiro questa nebbia.
Forse è abbastanza
per oggi.
Non mentivo amore mio.
Credo nei sogni…
***

Marinetta – ottobre 2005


Mare

Il tuo cantare
e note e movimenti,
accompagnati
dal vento caldo e  forte.
Le onde bianche a lambire le caviglie e
le mie gambe.

Vado lontano.

Sei sempre grande,
misterioso;
mi incanto,
innamorata.
Ancora,
come ti conoscessi oggi.
Il sole se n’è andato a riposare
dietro un nuvolone
che ti ha colorato
di un azzurrino grigio.

Le onde bianche
a lambire le caviglie…

Ed io mi perdo
e bacio ogni tua goccia.
Come la più tenera delle amanti,
mi prendo ogni sentire
e ancora le labbra mie
sulla più piccola tua goccia.

***


MARINETTA



La voce dei sogni

E lui le disse :

…Fammi vivere lo stesso risveglio
guardando lo stesso sole
dalla stessa finestra…

Fammi ammirare
lo stesso tramonto
e lo stesso albeggiare…

Fammi provare lo stesso calore
davanti allo stesso camino…

E lei ,
sentì …
La voce dei suoi sogni.

***

Marinetta – marzo 2005




Due parole

Ora devo dirlo ,
in due parole,
se si può…
Ma devo dirlo,
solo per far finta
di buttarlo via dal cuore…
Solo per far finta.
Devo dirlo
in due parole,
questo dolore grande,
la mia sconfitta.
E così  te lo racconto…
Era grande ,
era importante,
era il sogno che cullavo,
che costruivo, con il viso tra le mani,
mentre guardavo il cielo immenso,
là, fuori dalla stanza,
con un libro di filosofia
che aspettava lì paziente,
appoggiato sulla scrivania.
Ecco cos’era…
Solo in due parole.
Non so se capirai.
Era tutto,
era il pane e il vino,
il giorno e la notte,
era un mare grande.
In due parole…
Doveva esser la mia vita.
Ma la vita vera è questa,
questa , che ora è diventata
un dolore grande e amaro.
Non so se capirai.
L’ho detto così,
in due parole…
E  faccio finta,
di buttarlo via dal cuore.
*****

MARINETTA



… Sulle tue labbra

Quando i sogni
divengono
anche semplici gesti comuni,
quando la vita fa paura,
penso sempre al giorno
in cui hai messo la tua mano nella mia:
proprio lì,
in un miracolo taciuto,
due rette parallele
si sono intersecate,
fuori dal tempo
e dalla gravità.

E in quest’ottobre fresco,
in ogni goccia di questa strana pioggia,
che forma figure, come  ricami,
scivolando su vetri
di finestre,
c’è la tua pelle liscia,
quell’odore di cornetti alla crema,
di fumo
e d’infinito
che mi risoffia sulle tue labbra,
labbra morbide,
dove appoggio
le mie dita
accarezzando il tuo respiro
e la mia stessa vita.

***
Marinetta - 2005





***

Ancora…

E’ l’ultima parola,
per stasera.
Vorrei tirarla un po’ più a lungo,
ma la sigaretta
s’è già spenta tra le dita.

Ho mangiato perfino il cioccolato…
Ma non basta a riempire
questo vuoto.

Ancora…
L’ultima parola.

Vorrei fosse buongiorno,
significherebbe
averti respirato nel silenzio della notte.

Vorrei fosse buonanotte,
ora,
e significherebbe
stringerti forte
illuminando il buio.

L’ultima parola…
Quello che non dico,
perché sto sorridendo,
mentre il sogno è un bacio piccolo
sulle labbra tue lontane.

*****
Marinetta  - marzo 2005



Due rette spezzate

E tutto il tempo
non sarà mai abbastanza,
troppo…
Troppo tempo è già passato.
Ha diviso due vite,
ha camminato per strade diverse.
Due rette parallele,
ora, spezzate e…
Lì il punto d’incontro.
Geometria e contrasti.


Tutto il tempo, quello che resta,
non sarà mai abbastanza.

Ti amo.

Amore.

E la vita si è chiusa in un punto,
quel punto in cui,
due rette spezzate,
si sono incontrate.
Troppo tempo è già passato…
Non sarà mai polvere
e non sarà mai oro,
sarà la vita,
quella che ora respira
e che ha sogni e sangue.

Un po’ mia, un po’ tua,
e poi…
Quel punto d’incontro.
Quanto tempo è passato,
e tu non c’eri.

Io…
Non ti chiedo poi tanto,
non voglio e non posso…

Ho paura.
Non ti chiedo poi tanto!
Dammi la mano.
Andiamo se vuoi…
Chissà ,
forse c’è ancora la strada
oltre il punto,
quel punto d’incontro
di due rette spezzate.

***


MARINETTA







Tu…

Le convenzioni,
il tempo che ci cambia,
tu , tu hai un altro sapore.
Ho ricordi e vita e tante parole…
Dolore.
Ho lei , lei che si stringe forte a me,
quando c’è un temporale…
Ma tu , tu sei un altro pensiero.
Tu , che m’accompagni
con una dolcezza che non conoscevo,
tu , che sempre e nonostante
accendi gli occhi d’un sorriso.

Tu che m’ascolti e accetti
il pianto che vorrei frenare ,
tu …
Così paziente , stai soffrendo,
tra convenzioni e conti da rifare,
tra silenzi e sere solitarie ,
insonni.
Le uniche luci  che le accendono,
son quelle di una radiosveglia.

Ogni sera , la mia preghiera ,
sempre la stessa …
Mio Dio , mio Dio ,
fa’ che non soffra …

E tu , ad ogni mattino ,
tu , hai un altro sapore.
E’ un altro sentire.

Le convenzioni , il tempo che ci cambia ,
e voglia ancora
d’un attimo di tenerezza.
Lei , lei …
Dovrò chiederle scusa ,
e mi ripeto ,
un giorno capirà.

Tu , ancora , come adesso ,
tra sogno e realtà …
E’ per te questo pensiero ,
e spero ,
ti raggiunga in fretta.

***
MARINETTA







PER TUTTE QUELLE VOLTE…

Per le volte che i miei occhi
ti sembreranno sconosciuti,
per volte
che non sarò
quella nostra canzone,
che non sarò più musica,

per le volte
che ti sentirai straniero
tra le mie braccia,
per le volte
che non ce la farai,
che ti sentirai stanco
e senza cuore,
per le volte che ti sembrerà
che io non abbia capito,
per tutte quelle volte
che mi chiamerai “stanca quotidianità”,
per tutti i giorni in cui dimenticherai
che il cielo è blu sopra le nuvole,
per tutte quelle volte amore mio,
ti lascio il mio silenzio,
una lacrima piccola e vera,
ti lascio un sorriso allegro,
ti lascio…
Una carezza.
Ti lascio me stessa,
così come sono,
con l’amore immenso
che sarà sempre,
presente,
vivo,
ogni volta
e per tutte quelle volte.

***

Marinetta - 2005










Sì...
Eh sì,
ti cullo
come si culla un bambino,
come si culla il domani.
Sorrido,
sorrido ancora
con te stretto tra le braccia
come si stringe, forte,
l'avvenire più bello...
Il sogno.
Pensare al futuro,
angoscia e paura,
ma poi,
il coraggio di rischiare
di credere ancora
e sorriderti,
mentre ti stringo
un po' di più...
Che dolcezza!
Tu,
il mio domani,
il mio domani...
Ti amo,
e ancora assaporo l'intenso
sentire
di queste parole,
mai dette e pensate.
Ti amo...
Ancora, ti prego,
lasciamelo dire...
Lascialo dire al sole
che è...
Il nostro domani.
*****

Marinetta  - marzo 2005


*****

Ti abbraccio,
ma tu,
non vuoi nessun abbraccio.

Il fuoco si spegne
se la fiamma
si appoggia sul ghiaccio.

Il dolore e il ricordo
fanno morire.
E’ successo.

Ho perso il respiro.

Ma tu,
non le vuoi le mie braccia.
Non ora.

Una lacrima
sta andando giù,
verso il fiume,
arriverà al mare.
A volte sogno
di andarci a morire,
laggiù,
in un blu
che è solo cielo bagnato.

Come me, ora,
vicino e sopra di te,
il tuo cielo bagnato.

Aspetterò,
nel silenzio di  valli
e notti di rugiada,
io ,
ti aspetterò,
con tutto l’amore,
col bene e le speranze,
che gonfiano il cuore e…
Per te,
lo fanno tremare.

***

Marinetta - 2005


Notte

Il sonno non arriva,
così,
ti giri e rigiri
tra i rumori della notte,
quelli che senti solo tu.

Lo scricchiolare di un vecchio mobile,
fa più rumore
di uno stereo acceso.

Così…
Ti giri e rigiri,
pensando a troppe cose,
cercando di immaginare
il suo respiro,
quel suo respiro mentre dorme.

E…Ancora,
troppi rumori,
quelli che nessuno sente.
Quelli che ti fanno camminare
mentre sei distesa,
e ti fan giocare con le ombre
sopra una parete
che sembra più gigante
di uno schermo.
Così,
la notte è un po’ più lunga,
succede…
Quando il cuore
non ce la fa da solo,
a dirsi buonanotte
e lo gridi a voce bassa…
Mi manchi,
Dio come mi manchi.

E la notte è un po’ più lunga,
e le mani un po’ più fredde e…
Forte è, quel desiderio
di vederti, adesso,
ora,
infrangendo
le ombre e le pareti.
I cani non abbaiano più,
giù nella strada,
t’hanno lasciato sola,
mentre, piano…
Cammini ancora tra i pensieri.
Mentre…Piano…
Scivoli sotto un lenzuolo,
ricamato di …Speranza
e qualche sogno in più.

E… Piano..
La notte, scivola…
Tra un po’ sarà luce nuova.

***

MARINETTA


Pensieri

Mi addolora pensare
che potresti dimenticare
la poesia della vita.
Dimenticare,
la vita nella mia poesia.

Se penso che le mie ali bruciacchiate
un giorno , potrebbero non farti più volare,
mi fa male.

Non so se questa è l’ultima partita…
Ma vorrei vincerla , vincere e sorridere
con scherno, a quelli che stanno a guardarmi,
da dietro le spalle.

Sto dando spazio e colore
a tutti i sogni che mi son rimasti,
perché voglio farli volare,
voglio che abbiano quell’anima
un po’ fanciulla , tenera …
Perché voglio che parlino,
voglio che urlino …

Loro , che son stati sempre in silenzio…


Colgo vibrazioni che vanno troppo oltre
ogni sentire ,
è il danno e la Croce
di quel che io sono.

Oggi manca l’inchiostro per il dire,
così lascio tristezze ed incertezze
dentro questa stanza troppo vuota.

Eppure , mi addolora ,
pensare che potresti dimenticare
la poesia della mia vita.

***
Marinetta - 2005


Ti ho visto… 


Ti ho visto piangere,
come piangono le donne,
quando son troppo stanche e sole.
Ti ho visto piangere,
piangevi insieme a me.

La porta era chiusa.
Potevi dirlo solo a me,
quel dolore,
che raccontato
non è abbastanza rosso,
o nero.

Non è abbastanza,
raccontato.

Ti ho visto piangere…
E le lacrime
erano pioggia
sulla terra nera e arida.
Va bene così.


Ho riaperto la porta,
sei andata per la strada tua.
Il dolore raccontato,
ora , è un poco mio.
Mi chiedevi solo questo,
e questo ti ho dato.

Ora,
la strada è buia,
stretta ,
nuova e… tua.

*****



MARINETTA



Un giorno d’estate

Il calabrone baciò il fiore
con poca dolcezza,
ma lui si inchinò
offrendogli vita e amore.

L’intreccio del donare e prendere.
La vita si riscalda e mette ali di fuoco.

Tutt’intorno il silenzio
grande e magico
della mia montagna
in un giorno d’estate.
Un giorno di giugno
caldo e colorato
e pieno di rumori vivi.

Un girotondo di farfalle
e accanto a me il tuo respiro,
in un pomeriggio tutto nostro.

La vita si riscalda
e mette ali di fuoco.

Sorrido e ti guardo
ascoltando il tuo respiro
e guardandoti
sto sperando amore mio,
che nel tuo sogno,
adesso, ci son io…
Io , che piano mi confondo,
mentre ti accarezzo,
insieme al sole caldo
di un giorno d’ estate.

***
MARINETTA




Poeti

Ci sono ancora loro,
strani individui,
con l'anima più leggera
di una nuvola,
loro,
i poeti ingarbugliati
nelle rime di ogni giorno...
La più vera,
la più ovvia forse,
donare con il cuore
e ancora... Amore.
Ci sono loro,
a risvegliarti dal torpore
che t'infonde la macchina del nulla,
a dirti quanto vali se le ali
le dispieghi ancora,
ferite e sanguinanti forse...
...
Ci sono loro,
 a dirti di stranezze
disegnate dentro al vento,
 a dirti
quanto è vero il tuo sorriso,
se viene dopo quel dolore.
Quanto è vero questo mondo,
avvelenato da quei gas
più che mai sconosciuti ed assassini.
Quanto è vero...
Vero
come la vita che ti scuote
e quella morte
che non puoi capire.

E ci sono ancora loro,
poeti...
Senza più parole
che parlano da soli,
piangono in silenzio...
E nel silenzio,
accarezzano l'immenso.
***** 
      Marinetta    -    2002


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